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Michel Francois Platini
Il più grande artista del calcio mondiale dei primi anni Ottanta
Michel Francois Platini nasce il 21 giugno del 1955 all’ospedale Genibois di Joeuf, un paese fino a quel giorno sconosciuto. Michel è il secondo figlio di una coppia di ristoratori di origine italiana, conosciuti per la loro bravura nel cucinare la pasta. Il giovane inizia a formare la sua tecnica calcistica seguendo il papà Aldo, capitano della squadra del Jovincenne, “spiando” gli allenamenti e perfezionando alla fine di questi i suoi tiri, dribbling, punizioni… Viene, per la sua bassa statura, soprannominato il “Ratz”, ma continua intanto ad allenarsi, fino ad arrivare nella prima squadra del club di Joeuf , e riesce a segnare un goal contro una delle squadre più forti del torneo, il Jarny. Nel giro di pochi mesi, il nome di Platini è sulla bocca dei migliori selezionatori; nel 1972 viene invitato ad uno stage di selezione. Il campioncino di Joeuf risulta, però, dalle visite del medico del Metz, soffrire di insufficienza cardiaca e viene perciò rifiutato. Platini lavora duro e decide di tentare con la squadra rivale del Metz, il Nancy; raggiunge in centro di formazione di questa squadra il 22 giugno del 1972. E’ con questa compagine che si affaccia al calcio professionistico; è il titolare della squadra di serie C ed è selezionato come dodicesimo uomo per le partite di serie A. La prima apparizione nella serie A francese è nella stagione 1972/73, quando il Nancy affronta il Nimes; debutta come ala sinistra. A soli 18 anni, passa da questo ruolo a quello di regista del Nancy. Ma è il 1976 l’anno del suo debutto sulla scena internazionale: segna il suo primo gol in nazionale il 27 marzo al Parco dei Principi, contro la Cecoslovacchia; in quello stesso anno partecipa ai Giochi Olimpici di Montreal e vince la Coppa di Francia con la sua squadra, il Nancy, segnando il gol della vittoria contro il Nizza. Nel 1977, l’atleta preferito dalle francesi dà alle sue ammiratrici un enorme dispiacere: il 27 dicembre si sposa con una studentessa di economia, figlia, come lui, di genitori italiani. Da questo matrimonio nasceranno due bambini. In questo stesso anno si classifica al terzo posto all’assegnazione del Pallone d’oro; è solo un avvertimento a tutti i fortissimi calciatori europei: lo vincerà per tre anni consecutivi, 1983/84/85.
Nel 1978, Michel Platini partecipa ai Mondiali di calcio Argentina 78, offrendo un saggio della sua immensa classe, ma non tutti i suoi compagni di squadra sono all’altezza del grande numero dieci e la Francia è rapidamente eliminata. In quel mondiale la Francia è eliminata dai padroni di casa dell’Argentina, poi campioni del mondo, ma in quella partita “le Roi” segna il suo primo gol in coppa del mondo.
Il 31 maggio del 1979, il RE del calcio piazzato, così chiamato per le sue micidiali punizioni, gioca la sua ultima partita con il Nancy, segnando due gol contro il Lille, nello stesso anno firma il contratto con ” il sogno di tutti i bambini”, così Platini ama descrivere il Saint-Etienne ai giornalisti. Sul contratto, elaborato nella sua dimora di Nancy con Roger Rocher, presidente di Saint-Etienne, è indicato che le maglie saranno fornite e lavate dal club… Dopo aver letto queste righe Michel non ha potuto trattenersi dal telefonare a sua moglie e dall’esclamare, scherzando: “Vedi, da oggi non dovrai più lavare le mie maglie!”. Nel luglio ’79, Platini inizia il suo primo allenamento con la mitica maglia verde; rispetto agli anni del Nancy, dove giocava con un gruppo di amici, non ha molti contatti umani anzi è molto colpito dalla freddezza dei giocatori.
Freddezza che vince in quel 7 Novembre nella partita contro il PSV Eidhoven; i giocatori del Saint-Etienne, guidati dal loro numero 10, infliggono un severo 6 a 0 ai loro avversari. Il campo dei “Verdi” è in ebollizione e scoppia di gioia quando il pubblico, per la prima volta, si mette a scandire: “Platini, Platini…”. Nel 1981, Platini ottiene per la prima volta il titolo di campione di Francia in occasione dell’ultima partita di campionato contro il Bordeaux (2 a 0); è l’autore delle due reti. Il 18 novembre, la Francia incontra i Paesi Bassi per l’ultima partita di qualificazione per il mondiale spagnolo. I “Bleus” devono assolutamente vincere per poter giocare la loro seconda Coppa del Mondo consecutiva. Hidalgo, il selezionatore, è al centro delle critiche dopo cinque sconfitte in sei partite. Al 52° minuto, l’arbitro, Garrido, offre ai francesi un calcio di punizione ben piazzato. Platini, maestro in quest’esercizio, tira contro il muro degli olandesi, ma il difensore Peters respinge di mano la palla. Garrido accorda immediatamente una seconda chance al capitano francese che, come d’abitudine, bacia delicatamente la palla e con un tiro interno del piede destro inganna il portiere Van Breukelen con un pallonetto; partita vittoriosa che spedisce i Tricolori in Coppa del Mondo. Nel 1982, guida la Francia al quarto posto nel Mondiale spagnolo, si rivela uomo partita nella tremenda semifinale persa contro la Germania Ovest a Siviglia. Un fatto insolito si produce durante la partita di primo turno contro il Kuwait. Dopo una rete francese, assolutamente valida, l’Emiro kuwaitiano scende in campo e contesta il goal che viene annullato dall’arbitro. I giocatori francesi restano di sasso! Alla fine vincono la partita 4 a 1 con una rete di Platini. Dopo aver brillato durante la competizione spagnola, il numero 10 della Francia viene ingaggiato dalla Juventus, scelto da Gianni Agnelli per dare un po’ di “fantasia” al gioco. Michel Platini entra alla Juventus per 880 milioni di Lire, per due anni. Alla firma del contratto, il francese insiste su un solo punto: restare disponibile al 100% per la nazionale francese. Nella stagione 1982/83, quella dei primi passi nel Calcio italiano, del “Francese”, così soprannominato per il suo stile “di classe”, non si apprezza il vero Platini, non sono momenti facili. La difesa italiana è dura e rigorosa e Michel trascina delle lesioni che si è procurato durante il Mondiale. Le prime partite non sono belle. In Coppa Campioni, nel 1983, dopo aver battuto i polacchi di Lodz (2 a 0 all’andata, 2 a 2 al ritorno), la Juve va ad Atene, il 25 aprile, per disputare la sua prima finale europea dopo dieci anni, contro l’Amburgo. Una vittoria potrebbe salvare la stagione dei piemontesi. Alcuni giorni prima, sfugge loro di poco lo scudetto, vinto dalla Roma. Per novanta minuti, Platini gioca in avanti, dietro, al centro, ma non serve a niente. La Juventus perde (1 a 0). In questa fine d’anno, il nuovo numero 10 dei Bianconeri si consola con la Coppa Italia ed il titolo di miglior giocatore d’Europa: vince il suo primo “Pallone d’Oro”. Il 1984 è l’anno della rivincita; con la Juventus ottiene la sua prima incoronazione europea nella finale della Coppa delle Coppe contro l’Oporto (2 a 1). Vince ancora il “Pallone d’Oro”; nello stresso anno vince anche il campionato italiano considerato il più difficile del mondo, ed è capocannoniere (83/84/85). I tifosi della Juve impazziscono per il nuovo re. Ma il 1984 non è ancora finito; non ancora sazio, il leggendario calciatore francese si aggiudica con la Francia, il Campionato Europeo, disputato nella sua amata terra, dopo la terribile semifinale con il Portogallo (battuto solo ai supplementari), si passa anche in finale contro la Spagna, per 2 a 0. Il 1985, è un altro anno carico di successi, ma nello stesso tempo pieno di tristezza. Il 29 Maggio, è suo il rigore che porta la Juventus sul tetto d’Europa, vince la Coppa dei Campioni, ma della serata allo stadio Heysel di Bruxelles, più di tutto si ricorda la tragedia: morti provocati da scontri tra le due tifoserie e dalla frana di una parte dello stadio che travolse decine di appassionati ultras. Michel Platini conserva molti ricordi del 1985.
Ottiene per la terza volta il titolo di miglior cannoniere del campionato, ma ciò che colpisce di più è che viene eletto per la terza volta consecutiva “Pallone d’Oro” europeo (un record!). Questo triplice trofeo lo avvicina all’apice della gloria. È adulato dai suoi fan ed ammirato dagli altri. La sua fama supera le frontiere e raggiunge la leggenda del calcio con Di Stefano, Pelé e Beckenbauer; è proprio così ha i numeri per essere chiamato FUORICLASSE.
Nel 1986, dopo la vittoria a Tokyo della Coppa Intercontinentale, si aggiudica il suo secondo scudetto con la compagine bianconera e gioca il suo terzo Mondiale in Messico; è stata la sua Francia ad eliminare l’Italia, campione in carica, ma della Francia 86 si ricorda solo la bellissima partita vinta nei quarti di finale contro il Brasile. Il 17 maggio 1987, dopo una partita contro il Brescia allo Stadio Comunale di Torino, Michel Platini, annuncia di volersi ritirare dal calcio giocato. Un mese più tardi lascia anche la nazionale francese, dopo aver collezionato 72 presenze. Nello stesso anno, crea la “Fondazione Michel Platini” di cui è il presidente. Struttura creata per i tossicodipendenti, per aiutarli ad uscire dal tunnel della droga. Nel 1988, il 23 marzo, un anno dopo la sua ultima partita nella Juventus, Platini organizza la sua partita d’addio allo stadio Marcel Picot di Nancy. Per la prima volta Pelé, Maradona, Beckenbauer, Tardelli, Neeskens, Keegan e Boniek, Zoff portano gli stessi colori. Platini rivolge un ultimo “au revoir” alla Francia con la maglia blu, bianca e rossa sulle spalle. Quattro mesi dopo, il giovane pensionato viene chiamato per assumere la funzione di vicepresidente dell’AS Nancy, poi chiamato nel novembre del 1988 alla guida tecnica della nazionale francese, ma la mancata qualificazione agli europei del 1992 ed il susseguirsi di polemiche spinsero l’eroe francese a lasciare l’incarico per diventare Presidente del comitato organizzatore dei mondiali di Francia 1998. Ai titoli ottenuti da questo straordinario campione manca soltanto quello di Campione del Mondo con la nazionale francese, ma, nonostante ciò, si può largamente affermare che è stato il più grande calciatore francese di tutti i tempi e uno tra i più grandi della storia del calcio mondiale. Aveva piedi d’oro che sapevano fare di tutto e quella sua simpatica faccia tosta unita ad una grande sportività gli hanno permesso una stupenda carriera. Platini ha segnato in tutti i modi: destro sinistro, colpi di testa, era un giocatore di calcio completo, ma quello che tutti ricordano di più erano le leggendarie punizioni, conosciute appunto come punizioni alla PLATINI.
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