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Juventus – Roma è finita. Gli strascichi polemici, invece, sono appena cominciati. E si ha la sensazione che continueranno ancora per un bel po’.
Ovviamente, a sentirsi penalizzati, sono giocatori e addetti ai lavori della Roma, che hanno manifestato il proprio dissenso largamente: dalla sviolinata di Garcia alle parole di Sabatini fino a quelle di capitan Totti.
LE DICHIARAZIONI DI TOTTI – Proprio Francesco Totti è nell’occhio del ciclone, per le dichiarazioni post-partita rilasciate alle televisioni.
«Sono anni – racconta ai microfoni di Sky – che ci capitano questi episodi. Quello che è successo ha condizionato la gara e può condizionare la stagione. Se siamo stati battuti dall’arbitro? Sicuramente non dalla Juventus, volevamo assolutamente vincere e i tre episodi hanno rovinato tutto. Loro dovrebbero fare un campionato a parte, l’ho sempre detto. O con le buone o con le cattive vincono sempre. Non sta a me dire se siamo tornati ai vecchi tempi (chiaro riferimento a Calciopoli n.d.r.), di questa gara si parlerà tantissimo e tutta l’Italia vorrebbe dire le cose che sto dicendo io. Per loro tra il dubbio e il rigore è sempre rigore. Com’è possibile non vedere il fuorigioco? Parlatene voi in studio perché se lo faccio io mi squalificano. Adesso la rabbia c’è ed è tanta, siamo una grande squadra e dobbiamo rialzare subito la testa, ma bisognerebbe mettersi nei nostri panni, noi ci alleniamo per vincere poi capitano questi episodi, è durissima da mandare giù anche se loro sono una squadra formidabile. Io rispetto l’arbitro e l’ho sempre rispettato. Però con loro non ci sono mai dubbi, è quello il problema. Se fosse accaduto al contrario, sarebbe restato il dubbio. Anche io penso alla buona fede, però in una partita così importante non si possono sbagliare tutti questi episodi. Sono a favore della tecnologia in campo, si devono sbrigare ad utilizzarla, anche se poi per loro diventerebbe un problema. Fino a quando c’è la Juventus nel campionato italiano arriveremo sempre secondi».
LE PAROLE DI RIVERA, 42 ANNI FA – Nella storia del calcio italiano, non è il primo campione a ribellarsi apertamente agli arbitri. In particolare, fa specie la somiglianza (sostanziale) delle dichiarazioni del capitano giallorosso con quelle di Gianni Rivera nel lontano ’72. Gli anni della Juve di Bettega, del Cagliari di Riva e, appunto, del Milan di Rivera. E’ il 14 marzo 1972 quando il ‘Golden Boy’, dopo un rigore a dir poco generoso concesso al Cagliari (puntualmente trasformato da Riva), che determina la sconfitta dei rossoneri, sbotta ai microfoni. Qualche giornata prima l’arbitro Lo Bello aveva ammesso un errore nel non concedere un solare rigore al Milan nello scontro con la Juve.
Furono queste le sue infiammate e clamorose dichiarazioni:
«Fino a quando a capo degli arbitri ci sarà il signor Campanati, per noi del Milan le cose andranno sempre in questo modo: saremo costantemente presi in giro. Questo non è più calcio. A parte la nostra comprensibile e incontenibile amarezza, mi spiace per gli sportivi… credono che il calcio sia ancora una cosa seria. Quello che abbiamo subito oggi è una vera vergogna. Credevo che ci avessero fregato già a Torino contro la Juventus, invece ci presero in giro a metà con l’autocritica di Lo Bello in televisione. Purtroppo per il Milan avere certi arbitri è diventata ormai una tradizione. La logica è che dovevamo perdere il campionato. D’altronde, finchè dura Campanati non c’è niente da fare: scudetti non ne vinciamo. Io sono disposto ad andare davanti alla magistratura ordinaria, perché ciò che dico è vero: sino alla Corte Costituzionale. Mi hanno rotto le palle. Ha cominciato anni fa un certo Sbardella; sono cose che tutti sanno: è dunque ora che si dicano. Per vincere lo scudetto dovremmo avere almeno nove punti di vantaggio nel girone di andata. In caso contrario davvero non ce lo lasciano vincere, e se lo avessimo saputo non avremmo giocato. È il terzo campionato che ci fregano in questo modo. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba assolutamente raggiungere la Juventus. Fino a questo momento abbiamo trovato tre arbitri che hanno fatto tutto perché restasse sola in testa alla classifica. Se ho raccontato delle storie mi dovrebbero squalificare a vita, ma devono dimostrare che sono state storie. Così non si può più andare avanti; io ho parlato chiaro, non mi sono inventato nulla, ho detto solo cosa si verifica in campo… I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi non è all’altezza del compito».
Allora, Rivera si beccò una squalifica record, che lo relegò lontano dai campi fino a fine stagione, facendogli saltare gli impegni di Milan e nazionale. Oggi, Totti rischia una squalifica, seppur più lieve. Resta il parallelo col passato e la sensazione che qualcosa non è cambiato. Corsi e ricorsi storici, appunto.
Valerio Lauri
Twitter: @Val_CohenLauri
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