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Paura e delirio a Las Picentia. La semifinale di ritorno della Coppa Italia Dilettanti (fase regionale) poteva trasformarsi in un incubo per il Nola. La Picciola butta il cuore oltre l’ostacolo e firma mezza impresa rivoltando come un calzino i pronostici e ribaltando la sconfitta all’inglese dell’andata col medesimo risultato. Dopo i novanta regolamentari, però, i rigori premiano il Nola. Maisto fallisce dal dischetto, Olivieri è un sicario e manda i suoi in finale.
Villecco gioca sull’effetto sorpresa e manda in panico tutti i tattici, lanciando il difensore Trezza da punta centrale, in un 4-2-3-1 iperoffensivo, in barba a quanti pensavano ad una Picciola rinunciataria. La mossa regala ai picentini una torre offensiva, verso cui far spiovere una miriade di lanci dai frombolieri arretrati, sul classico terreno sconnesso del XXIII giugno 1978 di Pontecagnano. Il pivot fa il bello e il cattivo tempo tra le maglie difensive bianconere e ne viene fuori una gara difficile da decifrare per il Nola, che resta per lo più rintanato nella sua metà campo, offrendo poco spazio alle sfuriate offensive nella prima frazione.
Le difficoltà bruniane raggiungono l’apice al 18′ del primo tempo quando, sugli sviluppi di un calcio di punizione di Maisto, il movimento a mezzaluna di Di Giacomo elude la marcatura blanda di Schioppa e permette al difensore di insaccare con una precisa capocciata all’angolino. La rete del vantaggio picentino galvanizza i padroni di casa, che vedono lo scoglio insormontabile ridursi a collinetta. Le avvisaglie del pericolo Trezza erano giunte già al 5′, quando De Maio su una sua sponda aveva messo in ambasce la difesa ospite. Cinque giri di lancette dopo, lo stesso Trezza aveva fatto saltare la sua copertura da attaccante improvvisato, ciccando una chance enorme in area. L’unica risposta del Nola arriva dai piedi educati di Vaccaro: una punizione affilata fa la barba al palo, poi un angolo rientra verso la porta, ma senza successo. Estemporanea, invece, l’occasione che permette a Sacco, dopo aver rubato palla sulla linea di fondo, di fornire un assist delizioso per D’Abronzo: il vento e il terreno infido, però, portano via il pallone dalla disponibilità del centrocampista e l’occasione sfuma. Il tiro fiacco di Salese chiude un primo tempo, a larghe tinte rossoblu.
Serviva la reazione nella ripresa, ma reazione non è stata. Liquidato ha provato a sistemare qualcosa nei ranghi dei suoi subito, al 4′, riportando Falivene sulla sua fascia sinistra, al posto di un Arigò non entusiasmante. Il tecnico di Baiano, poi, spende altri due cambi, mandando nella mischia Cossentino, ma soprattutto il bomber Zaccaro a riportare in alto il tasso di esperienza. La carta vincente, tuttavia, se la gioca ancora una volta Villecco, che manda in campo Carfagno per Mercogliano. Il numero 15 rossoblu, infatti, pochi minuti dopo, raccoglie l’ennesima sponda di Trezza e batte Avino con una volèe imparabile dal limite. Il 2-0, che di fatto riporta in parità i conti della semifinale, ha l’effetto di un sonnifero sulle occasioni del match. Per vedere una chance di sbloccare il tabellino, bisogna scorrere infatti fino al 35′, quando una punizione di Salese dalle retrovie trova il favore del vento, raggiungendo il mai domo Trezza, che però vanifica il possibile tris sparando alto sopra la traversa. Le raffiche ventose aumentano e solo un prodigioso intervento in extremis di Schioppa, due minuti dopo, impedisce a Trezza di farsi perdonare per l’occasione fallita poco prima. Allo scadere dei novanta regolamentari, il risultato è di 2-0 e solo i rigori decidono la finalista di Coppa.
Foto Tulino ©
Una lotteria, una gara a chi ha più freddezza, l’acido lattico che aggredisce i polpacci, la smania di passare alla storia. Tutte o nessuna, Picciola e Nola si presentano dal dischetto consapevoli di poter poggiare sulle spalle forti dei due portieri. Avino esulta per primo: nella sequenza dei rigori, la prima parata è la sua, sul rigore poco angolato di Trezza. L’errore che non t’aspetti è di Pasquale Scielzo: l’ex Portici e Afragolese si lascia tradire dall’emozione e tentenna troppo sul dischetto, prima che Amabile disinneschi il suo penalty. L’abbaglio decisivo arriva dal destro morbido di Maisto, che si fida troppo dell’effetto sul terreno e spedisce a lato. Glaciale, impavido e sontuoso: Mimmo Olivieri è già un leader e l’ultimo rigore, quello che regala al Nola l’invito per la finale del 7 febbraio, non poteva che essere il suo.
PICCIOLA-NOLA 2-0 (5-4 d.c.r.)
PICCIOLA: Amabile 6.5, De Matteis 6.5, Anzalone 6, Sabatino 6, Di Giacomo 6.5, Trezza 7, Delle Serre 6.5, Salese 6.5, De Maio 6.5 (18’st Castaldi 6), Maisto 6, Mercogliano 6 (6’st Carfagno 6.5). A disp. Olivieri, Avagliano, Barra, Zottoli, Vitolo. All. Villecco 7.
NOLA: Avino 6, Mocerino 6, Falanga 5.5 (6’st Cossentino 6), Olivieri 6, D’Abronzo 5, Schioppa 5.5, Arigò 5 (4’st Falivene 6), Vaccaro 6.5 (28’st Scielzo 5.5), Thiam 5.5 (6’st Zaccaro 6), Tagliamonte 5.5, Sacco 5.5. A disp. Esposito, Improta, Caruso. All. Liquidato 5.
ARBITRO: Coluccino di Avellino 6.
RETI: 18’pt Di Giacomo, 15’st Carfagno.
NOTE: Ammoniti Olivieri, Arigò, Mocerino, Carfagno, Trezza, Anzalone. Spettatori 200 circa.
Sequenza Rigori: Salese gol, Zaccaro gol, Trezza no gol, Mocerino gol, Sabatino gol, Sacco gol, Di Giacomo gol, Scielzo no gol, Maisto no gol, Olivieri gol.
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