Views: 3
Questo articolo è una semplice appendice; quindi sarà breve come tutte le appendici. In settimana Marcello Nicchi, boss dell’AIA, aveva dichiarato che la VAR non sarà una rivoluzione, scoraggiando, o per meglio dire, redarguendo coloro i quali gioivano per l’immediata introduzione della moviola in campo.
Ma gli dei del calcio hanno voluto che proprio nella settimana del vaticinio del Nicchi nazionale, a Bergamo e a Roma (sperando che nel posticipo di Milano tra Inter e Napoli non accadano altri strafalcioni arbitrali) i tifosi allo stadio o in collegamento televisivo hanno potuto assistere alla sagra dell’assurdo: un rigore sacrosanto non dato, alla Juventus per evidente fallo di mano dell’atalantino Toloi non sanzionato da Guida, o meglio trasformato dall’arbitro in un fuorigioco a parti invertite. Errore del guardalinee che trae il direttore di gara in inganno e giudice d’area come al solito presenza inutile e dannosa. Con la VAR sarebbero bastati dieci secondi. Ancor più scandalosa, perché è questo l’aggettivo giusto, la decisione di Orsato nel derby di Roma. Evidente simulazione di Strootman che la giacchetta nera scambia per un fallo da rigore: il tutto dopo che, nell’area opposta, la Lazio avrebbe potuto recriminare per un rigore negato. Anche qui la VAR avrebbe fugato tutti i dubbi.
Quindi, caro Nicchi, ci faccia il piacere (come diceva il grande Totò) e si dimetta. Lasci spazio a gente che crede nelle giuste innovazioni. Faccia da esempio per tanti altri.
Lascia un commento