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Servizio di Luca Alvieri @riproduzione riservata
L’autobiografia di Mauro Icardi ha scatenato non poche critiche, partendo dal fatto di scrivere una storia della propria vita quando si ha soli 23 anni. Di tutto il libro, ciò ha scatenato una vera e propria bufera in casa Inter, è stato il paragrafo in cui l’ex Samp racconta del suo acceso dibattito avvenuto con la Curva Nord lo scorso 1 febbraio 2015, in occasione della sconfitta per 3-1 contro il Sassuolo al Mapei Stadium. Icardi racconta: “A fine partita ho trovato il coraggio di affrontare la Curva, insieme a Guarin. Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo.” Cosa non vera.
Nel video del suddetto incontro si vede che il capitano dell’Inter va sotto la curva nerazzurra e lancia la maglietta verso i tifosi, poi solo dopo si accorge del bambino, a cui dona il pantaloncino, ovvero l’unico indumento che gli era rimasto. In seguito, mentre Icardi ritornava sul quadrato di gioco, i tifosi gli rigettano la maglia in segno di disappunto.
Nel libro continua: “In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo. Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo… I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’ Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo.” Su questo continuo, nulla da aggiungere, le sue parole, le sue stupide parole, parlano da sè. In tutto questo trambusto in secondo piano c’è la negligenza della società nerazzurra, che prima, ha sbandierato ai 4 venti l’uscita della biografia del proprio capitano, per poi trovarsi nella situazione, di dover prendere provvedimenti causati dalla stessa. Com’è possibile, che tu società, non leggi l’anteprima del libro del tuo elemento simbolo!? Una mancanza, che se prevenuta, avrebbe sicuramente evitato di creare la voragine che c’è adesso fra Icardi e i tifosi nerazzurri. Nella giornata di ieri, in un vertice durato circa 70 minuti, la società nerazzurra ha deciso di non togliere la fascia all’argentino e di punirlo con una semplice multa, correzione del libro compresa. Purtroppo l’Inter ha messo in evidenza il fatto di non avere più la mentalità forte di 5/6 anni fa, non prendendo la decisione di punire Icardi, visto che è l’unico capace di rialzare i nerazzurri in questo momento. Ma se fossero stati seri ed intelligenti, non gli avrebbero dato questa inutile e insignificante multa, ma gli avrebbero dovuto togliere la fascia per una o due partite come “punizione”, come ha fatto la Roma con De Rossi. Caro Mauro, ci vuole rispetto…
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