9 Settembre 2024
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Buonasera Eccellenza – Terracciano si racconta: “Il mio Savoia una magia. Attanasio trainer emergente”

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Servizio di Stefano Sica @riproduzione riservata

E’ stato gradito ospite in studio nel corso dell’ultima puntata di Buonasera Eccellenza, format televisivo prodotto da FootballWeb ed in onda su Tv Campane. Con Mario Terracciano, difensore centrale classe ’81 in forza al San Vito Positano, abbiamo parlato del momento positivo dei costieri attraversando anche le pagine vissute a Torre Annunziata e Frattamaggiore. Chicca finale, il racconto dello storico pomeriggio vissuto da avversario del Napoli in C. Il suo vecchio Manfredonia, affidato alla guida tecnica di Dino Bitetto (attualmente alla Cavese), ne uscì con le ossa rotte (0-3). Ma per il difensore puteolano, il 16 ottobre del 2005 rimane pur sempre una data indimenticabile.

A POSITANO NUOVA VITA – “Spero di essere in campo già domenica. E’ stato un mese duro: quando ci si infortuna, si fanno ancora più sacrifici per tornare in forma nel più breve tempo possibile. Io, comunque, sono fisicamente integro, nonostante mi avvicino ai 37 anni. A volte si etichetta troppo facilmente qualcuno come vecchio. Lo stesso Manzo, come me, sta facendo parlare il campo. A Positano, al momento del mio arrivo, ho trovato un contesto familiare ma precario dal punto di vista tecnico. La squadra era un cantiere aperto”.

PROSPETTIVE GIALLOROSSE – “E’ sempre difficile affrontare l’ultima in classifica. Col Sant’Agnello avevamo tutto da perdere. Bisogna fare i complimenti ai miei compagni e al mister per come ha preparato questa partita. Noi variamo molti moduli, dal 4-3-1-2 al 4-3-3 passando per il 4-4-2. Dipende dalla partita. Ma, al di là dei sistemi di gioco, mi è piaciuta l’interpretazione della gara. Avevamo bisogno dei tre punti e ora siamo fuori dalla zona play-out, sebbene la classifica sia ancora corta specie dopo la vittoria del Faiano. Questo girone B è molto equilibrato, siamo tutte un po’ attaccate”.

VERSO IL NOLA – “Non sarà facile. Loro sono stati bravi a prendere Liquidato in panchina. E’ un allenatore tatticamente molto preparato, che ho avuto alla Turris. Il Nola ha concluso a dicembre acquisti mirati con elementi come Scielzo ed Olivieri che stanno facendo la differenza. Ora sono ad un passo dai play-off dopo aver cominciato male la stagione”.

PAROLE DOLCI PER MISTER ATTANASIO – “Ho lavorato con tanti allenatori: lui, oltre ad essere un bravo tecnico perché è preparato e lavora bene sul campo, è un giovane. E’ stato per molto tempo vice di Giovanni Ferraro, quindi ha tante basi. E poi è una grande persona perché sa ascoltare anche i consigli degli altri pur nella sua autonomia decisionale, come è giusto che sia. E’ molto aperto al dialogo. Io di presuntuosi ne ho visti tanti, lui è l’opposto”.

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SULLA SUA PARENTESI ALLA FRATTESE – “Non ho rimpianti. Ho dato sempre il massimo ogni volta che ho giocato. Si sono fatte delle scelte tecniche e societarie, ma sono sicuro che, se quel gruppo avesse avuto continuità, ora i play-off non sarebbero in bilico. Risultati alla mano, forse la squadra ne è uscita indebolita. Un vice Spilabotte sarebbe servito già in estate, a maggior ragione dopo l’addio di Damiano. Da calciatore, ho preso atto di queste scelte e le ho accettate, andando via. Ma non le ho condivise. Io, per carattere, finisco sempre per non essere simpatico a qualcuno. Dico sempre le cose come stanno. E magari qualcuno soffre i calciatori di personalità”.

SAVOIA 2013/14, STAGIONE MAGICA – “E’ stata un’annata da mille e una notte. Avevamo una squadra stellare. Solo a freddo mi sono reso conto di quanto fossimo forti. Abbiamo vinto 17 gare su 17 in casa, un record. In campo, avevo la sensazione che potessimo far gol in qualsiasi momento, ogni volta che lo volevamo. A Cava e Messina abbiamo rimontato uno 0-3 riuscendo a pareggiare le partite. C’era una forza tecnica e di gruppo, non mollavamo mai. Al di là del tandem tra me e Stendardo, avevamo un gran centrocampo con De Liguori, che era in una forma smagliante, e Gargiulo, un giovane che fece benissimo. Davanti poi eravamo fortissimi. Abbiamo vissuto tutti qualcosa di stupendo”.

16 OTTOBRE 2005, AL SAN PAOLO DA AVVERSARIO COL SUO MANFREDONIA – “Fu un’emozione fortissima. La provai soprattutto nel prepartita. Da napoletano, e amante di quel fenomeno che è stato Maradona, ho pensato a tante cose quando ho salito quella scalinata che un tempo aveva percorso lui. Evitai un gol di Capparella e poi mi feci espellere per doppia ammonizione. Il primo giallo lo presi per un’incomprensione: ci fu un contrasto sotto la panchina e la palla uscì. Io la presi subito ma, nel frattempo, il raccattapalle ne aveva lanciata in campo un’altra. Sulla seconda ammonizione, confesso che commisi un’ingenuità con quel fallo su Capparella. In campo, comunque, non ci fu mai storia. Io vicino al Napoli a quei tempi? Mai. Si potevano chiudere altre situazioni interessanti che poi, misteriosamente, saltarono”.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di Footballweb

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