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Parliamoci chiaramente e diciamocelo a chiare lettere: i tifosi del Milan sono la categoria di supporters più presi in giro al mondo. Una società che, per bocca del suo massimo esponente “facente funzioni”, ripete come un mantra (almeno dalla vittoria della Champions del 2003) che “siamo a posto così”. Ma se certe frasi potevano passare quando si era in testa al mondo, oggi, con una squadra che viene messa sotto da Carpi e Frosinone, suona come una barzelletta di pessimo gusto. Così, quando si ricorda all’ex antennista juventino di Monza, cosa farà il Milan per migliorare l’attacco, lui risponde che dovrebbe rientrare Matri dal prestito alla Lazio. Così come quando, nell’anno post calciopoli, si preferì allungare il contratto a un Dida oramai alla frutta, invece che comprare altri portieri, magari a basso costo. E per restare alle imprese di Galliani, quando a Zidane preferì Dugarry, dopo una brutta eliminazione dall’allora Coppa UEFA da un Bordeaux che aveva nelle proprie fila proprio le due stelle del calcio transalpino; salvo che una si eclissò subito, l’altra era all’inizio del suo fulgore.
E come non ricordare l’ipocrisia post-Istanbul con un Berlusconi che decise di non cacciare un Ancelotti, già protagonista l’anno prima della debacle di La Coruna, e che si sarebbe ripetuto l’anno dopo perdendo lo scudetto a Lecce, contro una squadra già retrocessa (gol di Konan), perchè, come sosterrà poi l’allenatore emiliano, “avessimo vinto a Lecce, non avremmo passato il turno col Lione” (per conferme sfogliare i “Forza Milan” di quei mesi); ma chi ha mente abbastanza lunga sa che quella partita col Lione, i quarti di ritorno della Champions League 2005/2006, era bloccata sull’1 a 1 fino a un minuto dal termine. E visto lo 0 a 0 dell’andata il risultato in atto avrebbe premiato i francesi. Poi la premiata coppia Inzaghi – Shevechenko avrebbe portato il Milan sul 3 a 1 e alla semifinale, poi persa, contro il Barcellona di Ronaldinho. Ronaldinho che poi sarebbe stato oggetto di mercato qualche anno dopo, in concomitanza però con un’importante tornata elettorale.
Elencare le continue prese per i fondelli che, almeno dal 1996 ad oggi, continuano a perpetrarsi a sfavore di chi ama la maglia rossonera, richiederebbe dieci articoli. Gli ultras, ufficialmente, contestano la società ma nella persona di Galliani. Ultras che dallo scioglimento della Fossa dei Leoni hanno subito una netta virata dal punto di vista degli “ideali ultras”.
Ultima della lunga lista la foto, o meglio presunta tale, che ritrae un giovane Berlusconi con la maglia del Milan. Il presidentissimo di Arcore, durante un video in cui si rivolgeva ai “suoi” tifosi, sottolineava il suo attaccamento al Milan, e varie altre verità o mezze verità più o meno discutibili, motivandolo, tra le altre cose, con una sua militanza nelle giovanili rossonere. Se non che, però, la maglia ritratta nella foto svelerebbe l’inganno: da alcuni dettagli (tipo le tre strisce dello sponsor tecnico) si capirebbe (uso il condizionale, ma chi vi scrive è convinto che sia un fake). Per farvi fare un’idea, osservate le foto riportate e deducetene di conseguenza. “Povero vecchio diavolo” verrebbe da dire.
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