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Faccio fatica a scrivere, è da un po’ di tempo che la mia mente, il mio cuore rifiuta il male, la morte, la malattia.
Sono codardo, perdonatemi.
Ho cercato di creare una corazza intorno a me, di illudermi che viviamo in un mondo senza sofferenze, senza cattiveria, senza morte…Era, è l’unico modo per ricominciare a vivere.
E’ per questo che faccio fatica ad accettare la TUA morte.
Era il 1984 quando il mio amato papà mi portò allo stadio a vedere il Dio di un gioco, almeno pensavo a quell’età. In fin dei conti il calcio era un gioco e basta. Guardavo mio padre gioire, commuoversi, emozionarsi e non capivo perché…
Poi la decima, la trentesima, la cinquantesima partita, sotto la pioggia, con il freddo, di notte, andavamo ovunque. Poi le vittorie, i cori per TE, gli occhi delle persone, i gesti…
Finalmente avevo capito. TU non giocavi a calcio, TU creavi amore, passione, unione…
Ricordo come se fosse ora, ogni volta che segnavi quando mi facevano volare come un trofeo…Ed ero felice di volare…Quanto ero felice…
Ricordo ancora quando ho versato la mia prima lacrima di puro amore, di gioia, solo grazie a TE.
E non potrò mai dimenticarmi la TUA punizione con la Juventus nell’area, qualcosa di extraterrestre. Inarrivabile, SEI il numero uno. Non esiste e mai esisterà un nuovo MARADONA.
Sei stato la rivincita e l’orgoglio del Sud, di un popolo e soprattutto hai realizzato il sogno di milioni di persone, per una delle poche volte, la passione ha battuto il potere…
Piango nel ricordare gli occhi del mio papà, credo di non averli mai più visti così.
Piango nel ricordare la gente estranea che si abbracciava e baciava, qualcosa di impossibile da vedere e credere, ecco, quello sembrava il mondo che immagino ora…Un mondo senza dolore e senza cattiveria, tutti sorridenti e felici…
Io lo immagino ora, TU me lo hai fatto vivere per davvero, ogni volta che TI vedevo giocare.
Mi spiace, non riesco ad accettarlo, sono certo che qualcuno ci dirà che è uno scherzo…in fin dei conti già tante altre volte ce l’hai fatta, perché ora no?! Perché?
Vi chiedo perdono…chiamatemi CODARDO…
Non è vero…
DIEGO è ancora qui con me…con noi…
Ma in realtà devo essere felice, devo provarci, da oggi mio padre tornerà ad avere quegli occhi…
Ti ho amato e ti amerò per sempre.
Tuo,
Vincenzo
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