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“Era silenzioso, educato, rispettoso, umile. Non ha mai fatto pesare la sua grandezza. Era un amico che mi faceva vincere la domenica. -Carletto Mazzone
Spiegare cosa rappresenti una persona per un intero popolo è difficile. Un’impresa ardua e non sempre realizzabile. Si può quanto meno tentare di rappresentarla attraverso le emozioni di ogni giorno, i gesti quotidiani. Attraverso metafore e similitudini che possano racchiudere gesta e momenti scolpiti nella memoria di chiunque.
Chissà… Chissà se a qualcuno, Roby Baggio, ricorda le cose belle che si facevano nel doposcuola, tra gli anni ottanta e novanta e i primi anni del duemila.
Chissà… Chissà se qualcuno si farà scaldare il cuore dai ricordi dei pomeriggi d’infanzia, passati con una dieci azzurra sulle spalle a rincorrere il pallone sull’asfalto. Chissà… Chissà se qualcuno penserà all’estate, quella in cui quel ragazzo con il codino, scaldava ancor di più la temperatura.
Baggio è stato, per il calcio, la ciliegina sulla torta. La sambuca nel caffè.
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