Views: 0
L’Inter è prima e ha 18 punti in più di un anno fa. La Juventus è terza e ne ha uno in più. La squadra di Spalletti ha asfaltato un Chievo sazio e distratto (5-0). La squadra di Allegri è passata a Napoli con un gol di Higuain. E sabato sera, Juventus-Inter. In mezzo, per Madama, la trasferta di Atene.
Con Napoli e Roma, Spalletti vanta la miglior difesa (10 gol). Allegri, lui, si fregia del miglior attacco (41 gol). Dicono: senza Bonucci, non è più lo stesso bunker. Vero: ma la differenza «passiva», dopo quindici turni, è di un gol, uno solo (14 a 13). Tutte le strade portano alla sfida tra Icardi e Higuain, 16 reti il primo e 9 il secondo, distacco mascherato dalla grande prestazione del Pipita al San Paolo.
Spalletti ha forgiato un’Inter molto fisica, molto concreta. Allegri è uscito in bellezza dalla trappola che avrebbe potuto rovinargli la fine dell’anno (e molto altro). Sino a venerdì, la Juventus entrava e usciva dalle partite, come documentano il pari di Bergamo e le sconfitte con Lazio e Sampdoria. L’Inter è l’unica imbattuta: segno di concentrazione, di fame, di voglia di cogliere l’attimo. Non ha coppe europee, può concentrarsi su un unico obiettivo, quella zona Champions che oggi, classifica alla mano, confina con lo scudetto.
Credo che la Juventus, come rosa, sia ancora più forte e rimanga la grande favorita, per quanto intorno a lei la democrazia dei valori sia cresciuta. La scorsa stagione decise un missile di Cuadrado. Le idi di marzo sono lontane, e come Napoli-Juventus neppure Juventus-Inter sarà decisiva. Però è Juventus-Inter. Gianni Brera la definì il derby d’Italia, Calciopoli l’ha trasformata in un’ordalia. Parafrasando David Foster Wallace, «i romanzi di Juventus-Inter sono come matrimoni. E’ così triste finirli».
ROBERTO BECCANTINI
Lascia un commento