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DI STEFANO SICA
L’ultima carezza della sera è arrivata direttamente dal sindaco cittadino, Marco Antonio Del Prete. “L’amore della città è il tifo piu grande che possiamo offrirti. Crediamoci. Io ci sarò”. Se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, dietro i successi di una squadra c’è sempre il trait d’union di tutte le componenti che ne fanno da sovrastruttura. La Frattese si prepara per la madre di tutte le partite col Giugliano circondata dall’affetto di chi le ha sempre voluto bene. Amministrazione comunale, tifosi della prima e dell’ultima ora, forze produttive della città che hanno creduto sin dal primo giorno nel progetto e lo hanno alimentato per una stagione intera senza esitazioni. Tutto ciò che è in quel perimetro appassionato ma dignitoso e mai esibizionistico in cui l’ambiente nerostellato trova storicamente la sua dimensione. In questo, Frattamaggiore ha sempre avuto una sua identità, fiera e orgogliosa, mai teatrale e rumorosa. E’ nel dna della sua gente. Già dieci giorni fa, nell’imminenza delle festività pasquali, tifosi, squadra e società si erano ritrovati come una grande famiglia per il tradizionale scambio di auguri. Prima un rinfresco privato presso il negozio di ottica del Dg Andrea Baldi, poi una festa vera e propria organizzata non lontano dallo Ianniello da uno storico tifoso nerostellato, a cui, oltre a giocatori e staff, aveva presenziato anche il sindaco del Prete, il quale si era rivolto ai presenti con una sollecitazione chiara: “Ricordatevi che sarà pur sempre una partita di calcio e che, al di là dell’esito finale, siamo frattesi e ci portiamo dentro l’orgoglio della nostra civiltà”. Belle parole all’interno di una serata in cui divertimento e complicità hanno addolcito il clima scolpendo momenti davvero degni di essere vissuti.
Solo questo monolite, maestoso e incrollabile, ha permesso di resistere nel tempo e di respingere piccoli e grandi attacchi esterni facendo in modo che non fossero divisivi. Anche negli ultimi giorni qualcosa è successo e le cronache non hanno mancato di parlarne, ma tutto è stato ridotto all’irrilevanza. La Frattese lassù ha dato fastidio a tanti. Perché ha sgomitato come un convitato di pietra al cospetto delle macchine da guerra tecniche e mediatiche di altri.
Saranno 2000 i tifosi della Frattese presenti a Castellammare, al netto di donne, ragazzi e addetti ai lavori che prenderanno posto proprio nel settore nerostellato. Le proiezioni, insomma, portano verso le 2500 unità. Tutti stipati nelle due tribune centrali del Menti. La sede stabiese, insieme a quella di Avellino, è stata l’unica presa seriamente in considerazione dalla Figc Campania. Solo un pensiero veloce che non ha avuto alcun seguito pratico quello relativo al Marcello Torre di Pagani: oggi è in programma la tradizionale festa della Madonna delle Galline (evento che avrebbe impedito qualsiasi manifesta sportiva in città) ma, in più, l’impianto è attualmente a disposizione del pubblico esclusivamente per quanto riguarda Curva Nord (abituale “casa” dei tifosi azzurrostellati) e settore ospiti. Tribuna centrale e distinti sono chiusi da tempo per i lavori in vista delle Universiadi. Entrambi i settori non saranno pronti nemmeno per il match del 5 maggio tra Paganese e Viterbese. Pronta a partire dalla città una carovana di pullman organizzata dall’instancabile Club Nerostellato, il cui presidente, Orazio Vitale, proprio qualche giorno fa ci rivelava: “La serie D significherebbe un rilancio di tutto il circondario, compresi comuni come Grumo Nevano, Crispano, Orta di Atella, Frattaminore o Arzano. Abbiamo bisogno di tutti. Perché questa società merita un sostegno più largo e incondizionato”. Lui, apostolo della nuova società sin dalla nascita, ci aveva visto giusto. E ora può rivendicarlo orgogliosamente. A farlo erano stati in pochi, quando parte della città, del movimento tecnico e dirigenziale campano e anche della stampa avevano battezzato la nascita di questa avventura come un mero tentativo di fare fuoco con legna bagnata. Lo sfizio di quattro amici al bar. Anche questo è stato il successo di Rocco D’Errico e del suo entourage: aver rimesso in circolo un’attività emozionale che sembrava scomparsa.
Porte chiuse per l’allenamento di rifinitura, così come per la seduta di venerdì. I ragazzi di Ciaramella hanno potuto lavorare al massimo della concentrazione e dell’applicazione, anche se alcune indiscrezioni raccontano di un gruppo comunque tranquillo, per nulla avvinto da ansie di qualsiasi tipo. C’è la giusta attesa per la sfida del Menti, con la consapevolezza che poter affrontare ad armi pari il Giugliano passa anche attraverso una testa sgombra da pensieri pressanti e un esercizio sistematico del divertimento. I 20 giorni di sosta dopo l’ultimo atto di Afragola sono stati un diserbante per le negatività: la Frattese ha potuto recuperare qualche acciaccato (Leone su tutti) liberandosi anche dei sensi di colpa per la leadership solitaria bucata proprio in extremis. Si fosse giocato col Giugliano la settimana successiva, certe difficoltà avrebbero corso il rischio di essere fulminanti. Nulla si sa, ovviamente, sulle scelte tecniche che opererà il trainer di Durazzano. Uno dei motivi per cui si è preferito lavorare lontano da occhi indiscreti, è anche questo. Tuttavia l’11 iniziale non dovrebbe vedere grosse sorprese. In porta ci sarà Maisto, sulle fasce Sparano e Balzano, mentre, con Oliva squalificato, Capogrosso, Posillipo e Ciampi si contenderanno le due maglie a disposizione. In questo senso, Ciaramella sarebbe aperto a qualsiasi ipotesi. In mediana, sicuri del posto sono Costanzo, Catavere e Fontanarosa, con Leone pronto a subentrare in caso di necessità. Con Grezio, resta da scegliere il 2001 da schierare nel tridente d’attacco, e sarà uno tra Capasso ed Arcella. Simonetti non sarà sicuramente del match (persiste ancora qualche fastidio muscolare), mentre scalpitano Aracri e Allegretta. Il 4-3-3 è il must di base, ma non è esclusa qualche piccola modifica sull’assetto iniziale. Si vedrà.
Alle 19, come un orologio svizzero, la squadra è partita per il ritiro (località top secret), non prima di essere transitata in pullman all’esterno dei locali del Club Nerostellato, tra un autentico bagno di folla. Qualche metro più avanti qualcuno munito di altoparlante e cartellone invoca la grazia di Dio. In questo caso il calcio non c’entra anche se un pizzico di spiritualità collettiva può avere sempre effetti benefici specie per chi, come i nerostellati, è chiamato ad una missione. Di sicuro, la Frattese deve credere solo in se stessa perché è l’unica artefice del proprio destino. Può e deve farlo. Lo attende una città intera pronta solo ad esplodere.
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