Dopo due gare è già il Napoli di Carlo Ancelotti

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Dopo aver preso due mazzate che avrebbero piegato chiunque, due tiri due gol. Fuori Hamsik dentro Mertens. 4 attaccanti, Milik Insigne Callejon e il belga contemporaneamente in campo dal 63’ fino alla fine. Diawara per Zielinsky e Luperto per Mario Rui. Modulo stravolto e anche il Milan.
Chiarimento doveroso per chi scrive di Napoli sempre con il pregiudizio verso la società. Non si rinnegano i meriti e il valore di Sarri, ma si riconosce che il fondamentalismo in alcuni frangenti è risultato un limite, pagato in alcuni scontri diretti con allenatori più o meno esperti che si adattavano ai dogmi Sarriani adottando le contromisure per contrastarlo e penso in particolare a Spalletti nel doppio confronto e Di Francesco al San Paolo con il centrocampo a 5 richiamando De Rossi titolare dopo due mesi di panchina. Ora non vorrei assolutamente sminuire il grande lavoro di Sarri, che se non ha portato alla vittoria dello scudetto è solo perché esiste una Lega che è tutt’altro che autonoma e incondizionabile. L’apporto dell’ex tecnico tra l’altro è ancora oggi possibile notarlo in molte fasi di gioco e non è il caso nemmeno di dimenticare che l’ossatura di questo gruppo fu assemblata da un altro maestro di calcio che risponde al nome di Rafa Benitez, che pure qualche coppetta portò a casa. Ora se teniamo tutti bene a mente questa evoluzione non possiamo, al di là delle simpatie personali, trascurare il buon lavoro fatto in questi anni da una società che non ha gli stessi mezzi economici di chi ci ha preceduto e di qualche altro club che nonostante la sua storia e le disponibilità finanziarie superiori, stenta a starci al passo. 
Detto questo chiederei umilmente a tutti quei detrattori a prescindere, che strepitavano fino a pochi giorni fa del mancato acquisto di un top player, se non hanno il sospetto che forse quel top player era già arrivato, solo che siede in panchina e si chiama Carlo, per gli amici Carletto.