16 Giugno 2025
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Derby, Poker bianconero

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La fuga del Napoli dura poco. La Juventus fa suo il derby della Mole, risponde subito ai partenopei e lo fa quasi in scioltezza grazie all’uomo delle meraviglie e alla migliore partita della stagione. Paulo Dybala si era preso una serata di vacanza contro la Fiorentina ma torna con puntualità svizzera al centro della scena, e lo fa nel derby con il Torino, mostrando ai suoi tifosi la sua esultanza nel momento in cui, con un sinistro millimetrico, sblocca il risultato e indirizza la stracittadina più attesa degli ultimi anni. Ed è sempre il talento argentino, qualche secondo oltre il 90’, a segnare il 4-0 che trasforma la sesta vittoria bianconera in una specie di trionfo.
Nel mezzo solo Juve, e poco pochisimo Toro, forse vittima dei proclami dei giorni precedenti il match. La partita è una specie di tiro al bersaglio. Pjanic raddoppia prima dell’intervallo al termine di un’azione corale che coinvolge Alex Sandro e Cuadrado e Alex Sandro realizza il terzo gol nel primo quarto d’ora della ripresa.Il Toro non c’è. La sua notte è un calvario. E siccome piove sempre sul bagnato, tra i primi due gol si ritrova in dieci per l’espulsione sciagurata di Baselli, che rimedia due cartellini gialli nel giro di 14 minuti e lascia i compagni in balìa di un avversario famelico (alla fine chiederà scusa con un tweet). Mihajlovic è costretto a un rimpasto generale con Acquah in campo, Ljajic più basso e Niang a fare il pendolo per non lasciare troppo solo Belotti. Una mossa quasi inutile. Il rosso al centrocampista, contestato platealmente da Sinisa ma apparso ineccepibile, condiziona la notte del Toro. Nella ripresa la partita è poco più di un allenamento. Sirigu, il migliore tra i granata, evita che la sconfitta sia ancora più pesante con almeno cinque parate decisive.L’1-0 è lo specchio di una partita senza storia: Baselli si fa portare via il pallone da Matuidi e subito dopo Rincon perde il contrasto con Pjanic, che innesca Dybala per l’1-0. La Juve ha più fame e la grinta che di solito è il pane quotidiano di Mihajlovic. Il Toro sta troppo basso, cerca spazio per ripartire, ma quasi mai lo trova. I bianconeri sono in crescita esponenziale rispetto alla opaca partita con i viola. La sesta vittoria consecutiva viene messa al sicuro in fretta: Pjanic, un gol e due assist, e Matuidi sono i padroni del centrocampo, Cuadrado manda in crisi Ansaldi con continue accelerazioni e Mandzukic è perfetto nei panni del centravanti boa che gioca per la squadra. Allegri, infatti, aveva detto la verità alla vigilia, annunciando che avrebbe fatto riposare un attaccante. Tocca proprio a Higuain, in crisi di fiducia, cominciare in panchina nonostante sia stato decisivo in entrambi i derby della scorsa stagion. Max non è scaramantico e i fatti gli danno ragione. È Dybala, oggi, il sole bianconero. Ed è un cecchino implacabile: dopo due triplette a Genoa e Sassuolo, firma la prima doppietta del campionato arrivando a dieci gol.
Il Toro ha uno scatto d’orgoglio prima dell’intervallo: Buffon non si fa sorprendere dalla insidiosa punizione di Ljajic. Nella ripresa la superiorità juventina è ancora più marcata. Sirigu para su Bernardeschi, Benatia, due volte su Mandzukic, anche su Douglas Costa. La Juve è un gigante dentro il suo fortino ed è pronta per l’Olympiacos e la Champions. L’unico neo in questa notte felice sono i cori razzisti nei confronti di Mihajlovic. Durano poco, ma sono sempre inaccettabili. E lo saranno sempre, chiunque sia il bersaglio di una parte becera di tifoseria.

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