16 Giugno 2025
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Derby al cardiopalma, gode la Juventus

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Nicolò Toccaceli - Redazione
Nicolò Toccaceli – Redazione

Servizio di Nicolò Toccaceli @riproduzione riservata

Dicono che i derby siano una partita a sé, che non rispecchino quasi mai l’andamento della stagione delle due squadre; quello numero 217 tra Milan ed Inter, tuttavia, è stata la classica eccezione alla regola, o quasi, perché in 90 (e ho detto 90, non 93…) minuti si sono viste tutte le 13 partite dell’anno sia da una parte che dall’altra: l’Inter crea (tanto, sopratutto nel primo tempo) ma distrugge e si distrugge da sé, il Milan fatica, galleggia, ma resta in partita e lavorando ai fianchi dei suoi avversari colpisce in maniera cinica con i suoi tenori, stavolta trascinata da un fenomeno chiamato Suso in versione Alberto Tomba a cospetto di 4 paletti da sci di nerazzurro vestiti. Poi però ecco che accade quello che di solito non accade: i ragazzi di Pioli si ricordano di avere un orgoglio e trovano il punto del pari allo scadere, e allora 2-2 e un punto a testa che non soddisfa nessuno se non la Juve, ora a +7 sulle seconde (Roma e Milan) e alle prese con la prima prova di fuga Scudetto.

Uno degli stereotipi meneghini, in origine, voleva che l’Inter fosse la squadra di Milano appannaggio dei borghesi, degli altolocati, mentre il Milan quella delle classi popolari. L’ultimo derby ha effettivamente preso le sembianze di questa credenza popolare: i nerazzurri hanno iniziato bene, bei fraseggi, belle trame, anche troppa fiducia nei propri mezzi, fino ad essere punita dal lavoro operaio del Milan, abile nel non crollare negli istanti decisivi e nello scoccare le stoccate giuste ai momenti giusti.
Dopo le occasioni iniziali delapidate da Perisic e Icardi infatti i rossoneri trovavano il vantaggio alla fine del primo tempo con un bel gol di Suso, abile in ripartenza a bersi Ansaldi e a fulminare Handanovic con un bel tiro a giro. Nel secondo tempo, parallelamente alla crescita del Milan Candreva trovava una staffilata allucinante da fuori area che andava a finire all’incrocio dei pali per il pari nerazzurro. Neanche il tempo di esultare che subito l’Inter doveva fare i conti con la maestria di Suso, che ubriacava ancora una volta i marcatori di Pioli e batteva, stavolta con il destro, il portiere della Beneamata. Da lì in poi la gara ha perso di intensità, le squadre sono calate fisicamente, ma il forcing finale dell’Inter (assai sterile, ad essere sinceri) portava all’insperato 2-2 di Perisic sugli sviluppi dell’ennesimo calcio d’angolo.

?⚫️ Il Milan non ha convinto totalmente, l’assenza di Romagnoli ha in parte pesato (come previsto), ma è stato sopratutto il centrocampo a soffrire la qualità di quello nerazzurro. L’intensità e lo spirito tuttavia non sono mancati, che hanno portato a recuperare tanti palloni che si sono trasformati in pericolose ripartenze. Importantissimi da questo punto di vista Niang e Suso, davvero utili in fase di copertura e devastanti in dibbling e velocità. Si conferma anche Locatelli, bravissimo in particolare difensivamente. Male invece Bacca, sterile, svogliato e poco concreto, in bianco da 6 partite. La classifica resta ottima, agganciata la Roma al secondo posto, i sogni continentali restano possibili e leciti.
?⚫️ La prima Inter di Pioli è stata positiva. Qualche progresso nel fraseggio c’è stato, condito da tentativi molto più frequenti di verticalizzazioni grazie al lavoro di Joao Mario e Kondogbia. Il problema resta la difesa, ancora una volta impresentabile quando viene puntata in velocità. Bene Candreva, costante e autore della magia dell’1-1 che poteva salvare Pioli e cancellare le vecchie ruggini, in rialzo Kondogbia, come sempre un po’ confusionario ma con una gran voglia di farsi valere e di trovare sempre la giocata determinante; impresentabili invece Ansaldi e Mauro Icardi, protagonista in negativo per aver “ciccato” due palloni bollenti nel cuore dell’area di rigore.

Nel complesso, finalmente, si è visto un derby scoppiettante, decisamente più interessante rispetto agli ultimi, utili sopratutto a chi soffriva di insonnia. Montella e Pioli sono due allenatori preparati, hanno gestito al meglio le loro risorse e sfruttato il più possibile le proprie armi. Il 2-2 finale è in fin dei conti giusto, ai punti, ma non può soddisfare nessuno: né il Milan, che già aveva pregustato i 3 punti e ha dovuto soffrire la beffa finale, nè l’Inter, che per svoltare la sua stagione necessitava di una vittoria come un Tuareg di un sorso d’acqua.

Ultimo applauso alle coreografie, solita fantastica protagonista delle sfide milanesi; è anche grazie ai tifosi se questo derby conta quello che conta. Onore a voi, e che Sant’Ambrogio vi protegga.

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