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Servizio di Valerio Lauri ©riproduzione riservata
Superstizione, statistiche e grattate varie. Il Milan, questa sera, va al Castellani ed affronta una delle più grandi maledizioni degli ultimi anni. Si scherza, forse. Fatto sta che l’Empoli e la maglia numero 9 del Milan, negli ultimi anni, hanno stuzzicato le parti basse di parecchi complottisti della scaramanzia. Le ragioni a supporto della teoria sono, a conti fatti, sotto gli occhi di tutti. I calciatori milanisti che indossano la casacca numero 9 e segnano contro l’Empoli fanno… fatica a restare coi rossoneri.
Tutto è cominciato con Fernando Torres. Lo spagnolo arrivò in prestito per ritrovarsi, ma finì con lo smarrirsi ancora di più. Il biondo attaccante andò a segno il 23 settembre 2014 proprio contro l’Empoli al Castellani, con un colpo di testa in torsione che riportò il Milan in vantaggio. La partita si concluse sul 2-2 e da lì, anche le reti del Niño, che a gennaio fece le valigie e tornò all’Atletico Madrid. Era la sua prima da titolare e sembrava avviato ad una grande stagione. E invece…
L’anno dopo, con una corte serrata nel mercato invernale che valse a Galliani l’appellativo di “Condor porta a porta”, arrivò Mattia Destro a gennaio per indossare la numero 9. Due settimane dopo, arrivò l’occasione di firmare il tabellino per la prima volta proprio contro l’Empoli. Una rete d’opportunismo puro propiziata dall’assist di Bonaventura che fece presagire, anche in questo caso, che il Milan potesse aver trovato un erede di Inzaghi. Il centravanti chiuse, invece, l’esperienza a giugno con sole 3 reti all’attivo e, di passaggio per Roma, arrivò a Bologna. Due indizi, una prova.
Si arriva all’anno scorso. Al Milan arrivano Bacca e Luiz Adriano: il colombiano lascia (con piacere, evidentemente) la numero 9 a Luiz Adriano. Il brasiliano ringrazia e, il 29 settembre 2015, passa ad incassare con l’Empoli il conto. Rete decisiva contro i toscani con un bel colpo di testa e… declino. Cinque reti tra Serie A e Coppa Italia, un trasferimento in Cina saltato (ahiMilan) e la netta impressione che, forse, quella maglia comincia a pesare come una livrea di piombo.
Siamo ai giorni nostri. Carlos Bacca è l’attaccante più utilizzato da Montella in questa stagione, che pare vedere poco Lapadula, l’uomo con la numero 9 di quest’anno. L’ex Pescara, però, debutta col Palermo con un gol di tacco che risolve la gara complicata coi siciliani. Eppure l’aeroplanino continua a vederlo poco e ad inserirlo col contagocce: qualche minuto nel derby, nella fase di maggiore pressione dell’Inter, il gol del pari di Perisic, le lacrime dell’italo-peruviano a fine gara. Poi, in settimana, lo stop che non t’aspetti. Bacca viene fermato da un infortunio, che gli impedisce di rientrare nei piani di Montella per la trasferta di Empoli. Lapadula si frega le mani e inizia ad assaporare la 9 da titolare. L’ex capocannoniere di B ha dimostrato di essere un duro, mettendo in campo sacrificio e abnegazione, sportellate e cattiveria agonistica. A questo punto, la speranza è che quella maglia “maledetta” non gravi troppo sulle spalle del rossonero.
La palla passa a Lapadula, dunque. Scelta difficile quella di segnare o meno contro l’Empoli. A complicare il tutto ci si mettono i numeri: il Milan non batte l’Empoli in Toscana dal 2008. L’augurio, se rete dovrà essere, è quello di rompere il tabù, spezzare le catene di una “tradizione avversa” e lanciare il Milan verso nuovi limiti superati. A cominciare da quello della superstizione, magari.
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