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Venti di crisi ?? Bisogna solo attendere gli eventi. Se Lotito fosse stato presente all’Arechi, si sarebbe potuto capire e percepire un qualcosa di più di preciso. Ma ora c’è solo da attendere. La squadra ha lasciato il terreno di gioco a testa bassa e sotto i fischi dei 10mila presenti. Si 10mila, tifosi, malati, appassionati, chiamateli o definiteli come volete, ma erano li. Tanti, viste le condizioni meteo con cui si è giunti a questa partita, fra allerte meteo, pioggia battente ed attesa di cicloni. Loro invece erano li, sono gli unici che vincono sempre. Perché vero che gli abbonati si sono fermati a circa 5300, ma i restanti che servono per arrivare a 10mila, pagano, ed anche non poco. Versando una quota partita di gran lunga di quella di un abbonato, e immettendo nelle case societarie una cifra maggiore di quella che poteva essere, per vedere uno spettacolo indegno. Una squadra a tratti svogliata, senza idea e confusa. Le notizie che giungono ora dal ventre dell’Arechi dicono di nervosismo, di musi lunghi e tutto ciò che condisce questi momenti. Forse tira anche il vento della paura, di qualche testa che potrebbe cadere. Ma la testa deve cadere, non dovrebbe essere solo una. Perché lo scempio che si sta vivendo ora, è figlio di tante teste, e tante menti che hanno pensato di sicuro non all’unisono, che hanno portato a decisioni quasi scellerate. Con una squadra che ha fatto il ritiro, poi smembrata a poche ore dall’inizio del campionato, con un asse caldo nelle due direzioni con Catania. Spesso guardando le prestazioni senza ne capo e ne coda dei granata, ci si interroga su come effettivamente potrebbe rendere al meglio questa Salernitana. O, almeno, su come Vincenzo Torrente può inculcare il suo credo tattico alla squadra. Perchè sono trascorse già 7 giornate e del gioco “torrentiano” non c’è traccia. Aggressività da declinare in tutte le fasi del gioco, pressing asfissiante a tutto campo e recupero palla immediato. E poi pronti a ripartire, magari con terzini propositivi e mezz’ali dotate di corsa e dinamismo. Ripensando all’attuale rosa granata, scorgendone i nomi e analizzando il modo di giocare di ogni singolo atleta, si evince chiaramente che la Salernitana di calciatori in grado di rispondere al sopracitato identikit può vantarne pochi. Bovo, ad esempio, potrebbe essere la mezz’ala che Torrente predilige, così come Rossi in difesa, calciatore che tra l’altro ha già allenato a Bari. Terzino sinistro “che ha gamba e garantisce un buon apporto alla manovra offensiva”, come spesso ha ricordato lo stesso nocchiero granata. In attacco, ed è risaputo, Torrente ama giocare con gli esterni a piede invertito: Gabionetta è okay e “giocherà sempre se starà bene”. Donnarumma, invece, che pure Torrente ha già avuto alle proprie dipendenze, non ha l’aria di essere un vero e proprio esterno. Più una seconda punta, un centravanti di maniera mobile e lesto a gettarsi nello spazio creato dalla prima punta -magari uno come Juanito Gomez ai tempi del Gubbio, capace di snocciolare gol su gol -. Ma può comunque adattarsi tranquillamente e lo ha dimostrato nel match contro l’Avellino. Ora, partendo da questo discorso, spunta fuori il solito interrogativo: è davvero questa la Salernitana che Torrente avrebbe voluto? E’ d’obbligo fare un salto all’indietro, consultare il calendario e riportarlo al mese di luglio. In una delle tante umide sere di Cascia fece capolino patron Lotito nella sede del ritiro della Salernitana, prese Torrente sotto braccio e lo condusse lontano da occhi ed orecchie indiscrete. “Mister di cosa hai bisogno?”, furono più o meno le parole del presidente di Lazio e Salernitana. Cosa rispose l’allenatore? Proviamo ad immaginare. Nell’immediato post-partita, nella sala stampa dello stadio Scida di Crotone, sia Capezzi che Stoian hanno ammesso l’interessamento della Salernitana in estate. Ecco i primi due che, inoltre, si stanno rivelando ottimi profili. Peccato che Fedato, esterno in forza al Livorno, abbia bruciato le tappe firmando ad inizio luglio con i labronici, altrimenti anche lui con tutta probabilità sarebbe stato inserito nella “lista dei desideri”. Claiton è il capitano del Crotone, colonna portante della difesa e chioccia dei tanti giovani virgulti presenti in Calabria e, in virtù di ciò, il trasferimento a Salerno sarebbe stato alquanto improbabile. Anche se, in cuor suo, il trainer cetarese avrebbe voluto riallenarlo con piacere. E poi il duo Romizi-Defendi, direttamente da Bari e che forse avrebbe regalato una marcia in più alla Salernitana. Ma ora, purtroppo, il tempo delle parole – ma soprattutto del mercato – è scaduto. Ora contano i fatti, conta fare di necessità virtù e rimboccarsi le maniche, lavorando sodo giorno dopo giorno. Parola al campo.
Raffaele Cioffi
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